Topic: normativa elettrica, settore elettrico

Quando un impianto elettrico può dirsi "a regola d'arte"

L'impianto elettrico è un sistema che permette di portare energia elettrica agli edifici ed è formato da molti elementi come le condutture, i cavi elettrici, il contatore e così via.  Un impianto poi si differenzia per gli usi a cui è destinato: può essere civile, residenziale se per le abitazioni o industriale se utilizzato entro i luoghi di lavoro.

L'impianto elettrico e le sue relative norme

Un impianto elettrico, per essere considerato “a norma” deve rispettare precisi criteri sia di installazione sia di materiali utilizzati, e questo che si tratti di un nuovo allacciamento o di un ri-ammodernamento o rifacimento dell’originale.
A partire dagli anni '90 il bisogno di regolamentare gli impianti che impattano con le apparecchiature elettriche si è ulteriormente intensificato per garantire una maggiore efficienza e sicurezza nei vari stabilimenti a livello impiantistico.
Sempre per queste esigenze, sono state introdotte una serie di norme specifiche che stabilivano per la prima volta i requisiti da seguire per la progettazione di un impianto elettrico. Successivamente, secondo quando stabilito dal Decreto Ministeriale 37 del 2008 all'articolo 6 del primo comma, si sono anche stabiliti i criteri specifici e le distinzioni di ciò che significa lavorare “a regola d'arte” quando si realizza un impianto elettrico.

 

Criteri di un impianto a regola d'arte

Un impianto elettrico per poter essere definito “a regola d'arte” deve obbligatoriamente rispettare delle norme imposte dalla legge. Seguire questi criteri serve in primis a non subire eventuali sanzioni per la ditta fornitrice della progettazione dell’impianto e della messa in opera, ma soprattutto a chi usufruirà dell’impianto elettrico e le apparecchiature ad esso connesse con sicurezze garantite all'interno del singolo stabilimento/edificio.

Un primo importante distinguo in questo caso, è per quegli impianti realizzati prima del 1990 e quelli invece costruiti dopo tale anno. Per quelle progettazioni conseguite antecedentemente il 1990, le regole sono ben diverse rispetto a quelle successive al 1990, ma sono stati introdotti termini come “adeguatezza dell’impianto elettrico” e in presenza di casi specifici, ovvero se vi è la presenza di appositi sistemi di protezione contro i contatti diretti ed indiretti con l'elettricità oppure se il sistema di protezione è dotato di un apposito interruttore differenziale con corrente nominale entro i 30 mA.
L'impianto elettrico inoltre deve essere dotato di sezionamenti e protezione contro l'eventuale rischio di sovracorrenti.

Un ulteriore nuovo Decreto Ministeriale (il num. 37) introdotto nel 2008 non ha aggiunto alcun ulteriore obbligo rispetto a quelli già esistenti tramite la legge del 1990 numero 46. Ma la norma ha indicato quali sono le caratteristiche necessarie che un un allestimento elettrico deve dotarsi.

La legge evidenzia anche come devono essere svolti gli opportuni lavori, così da creare un impianto classificato “a regola d'arte”:

  • La prima cosa da fare è una procedura burocratica per lo più, ma necessaria: esporre sul luogo dove deve essere svolta l'attività, un apposito cartello indicante i dati generali della società incaricata e la norma che disciplina tale procedimento.
  • E' necessario inoltre che la segnalazione venga redatta da un professionista mettendo in luce i dettagli più specifici relativi al progetto che si intende attuare.
  • L'installatore nel compimento del suo lavoro deve essere dotato di competenze certificate relative al compito che andrà a svolgere (e deve conoscere la predisposizione degli ambienti sia ordinari che speciali). L’installatore deve essere messo a conoscenza degli eventuali rischi come ad esempio quello di esplosione, di incendio e fulminazione. 


Sottolineiamo come, proprio per proteggere la salute e soprattutto la vita del lavoratore, il decreto legislativo numero 81 emanato nel 2008 ha introdotto alcune regole che il datore di lavoro deve seguire in termini di sicurezza di coloro che avranno contatti con gli impianti elettrici o svolgeranno attività in queste aree. Quest'ultimo deve in particolar modo applicare tutte le misure necessarie affinché i materiali e gli strumenti utilizzati dal suo lavoratore siano in grado di proteggerlo dai rischi del mestiere.

 

Il concetto “a regola d'arte” nelle Normative di settore

Nel corso degli anni il mondo della tecnologia ha fatto e continua a compiere passi da gigante per cui occorre che l'installatore degli impianti elettrici sia continuamente aggiornato sulle novità che vengono di volta in volta introdotte.
Anche il concetto di “regola d'arte” evolve di pari passo alle nuove evoluzioni tecniche che interessano il settore dell'elettricità.

Per far si che tutti i professionisti nel campo degli impianti elettrici applichino i nuovi criteri, seguendo delle specifiche norme, è stata introdotta dal CEI, il Comitato Elettronico Italiano. Questo organo ha l’obiettivo di uniformare e quindi standardizzare tutte le pratiche eseguite in Italia per la realizzazione degli impianti elettrici così da raggiungere un alto livello di sicurezza per ogni lavoratore ed assicurare un lavoro secondo i criteri richiesti dalla legge.

Come poi in tutti i settori, qualora un installatore o un’impresa del settore non rispettino le regole per un impianto elettrico a regola d'arte, si assumeranno ovviamente le responsabilità per eventuali danni che dovessero emergere. E le responsabilità che potrebbero anche derivare da una mancata osservazione o segnalazione di eventuali carenze tecniche relative al luogo di lavoro del personale addetto all’installazione/adeguamento dell’impianto elettrico.
La legge, qui, potrebbe sanzionare l’installatore o la sua impresa, per alcune mancanze relative al luogo o materiali dove opera, anche se nel contratto iniziale tra lui e il cliente, non erano stati previsti o richiamati questi elementi, senza quindi far rientrare eventuali carenze entro la casistica del “mancato rispetto dell'accordo”.
E le responsabilità e le conseguenze sono riversate sul professionista degli impianti elettrici che potrebbe venire chiamato a risponderne sia davanti al tribunale, sia davanti alle Corte di Cassazione, ma anche davanti al giudice di Pace e anche alla Corte d'Appello.

Ecco quindi che aggiornarsi e certificarsi secondo le direttive del CEI e normative del settore, diventa per un professionista che si occupa di impianti elettrici una necessità non solo di accuratezza del lavoro “a regola d’arte” ma anche di tutela da possibili responsabilità giudiziarie.

E per il cliente, diventa la garanzia di avere un professionista che esegue il lavoro con tutti i criteri del caso.

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Pubblicato da Redazione il 13 marzo 2020

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